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Rotola il sasso.

E’ proprio vero, quando le cose non vanno così bene mi viene voglia di scrivere qui.

E va bene.

Immaginatevi di aver pensato di poter gestire la situazione. Immaginate di aver costruito questa bella casa con le vostre risorse, pietrina per pietrina, scansando i sassi malfermi, cercando di tenere in piedi tutto ed essere abbastanza soddisfatti del risultato. Certo, a fianco della casa c’è un cumulo sconcertante di pietroni che non sapete dove mettere e come usare, ma li tenete lì, certi che presto scoprirete come smussarli e renderli parte integrante dell’equilibrio della casa che avete costruito. E vi è costata tanta fatica farlo, sapete che è piccolina ma sembra proprio solida, quindi siete convinti che con il tempo riuscirete anche a ingrandirla.

Però poi dal grosso cumulo cadono dei sassolini. Cadono sul tetto, cadono contro le pareti, incrinano i vetri. E voi lì, con pazienza, li raccogliete e cercate un posto dove metterli, o li rimettete sul cumulo facendo attenzione che non cadano di nuovo e quando si sposteranno sarà perché voi l’avete voluto.

Ma quelli continuano a rotolare giù, i bastardi. Voi li rimettete a posto, vi ingegnate perché non lo facciano più, ma continuano, periodicamente, a venir giù. “Posso tenerli d’occhio, posso farcela” vi ripetete.

Poi un giorno ne scende uno piccolo piccolo, e subito a ruota un altro, e un altro, e un altro… e l’intera massa di sassi vi crolla sulla casa che faticosamente avevate eretto.

E vi accorgete che non avete più voglia nemmeno di prendervela. La casa non era così solida. Avete sprecato forze e risorse e non ci avete cavato niente. Non ci credete più davvero. Non sapete nemmeno dire se ci avete mai creduto. Non avete nemmeno la consolazione di poter dire a voi stessi che dopotutto avreste preferito una casa diversa, o in un altro posto perché non lo sapete.

Subito dopo vi rendete conto che niente di quello che sapete fare (o credete di saper fare) ha importanza. Gli affetti che nutrite sembrano perdere di colore. Il mondo intero sembra volervi deludere a tutti i costi quando in realtà siete voi che deludete costantemente voi stessi.

Qualcosa vi ha corroso l’entusiasmo, la voglia di fare e di creare, la fiducia in voi stessi. Avete combattuto e vi siete preparati ad affrontare di petto un nemico che in realtà vi stava prendendo alle spalle, in silenzio. Non ve ne siete accorti. Eravate convinti di sapere cosa stavate facendo, ma non era mica vero.
Avete tentato di cogliere tutte le occasioni che vi si sono presentate, ma si sono rivelate tutti bluff. False speranze. Non una, non una che non vi abbia deluso profondamente. Non un sasso è caduto senza lasciare un danno alla casa, anche se avete fatto di tutto per ripararlo.

Ma il punto è che il 5% di ciò che vi delude appartiene al mondo e non potete farci niente. Però l’altro 95% è colpa vostra e lì sì che potreste fare qualcosa.
Vi raccontate storie. Anzi, magari ve le raccontate credendoci. Non credete più nemmeno a quelle. Non vi impegnate. Non vi date anima e corpo ad una sola cosa per quanto folle. Non avete più voglia. Né il talento, forse.
Qualcosa dentro di voi vi impedisce di soccombere, di rinunciare proprio a tutto, ma è una flebile voce, destinata probabilmente ad esser soffocata anch’essa dalla frana di sassi a punta.

I momenti di creatività durano pochi minuti. Tutto il resto è rimaner lì a fissare la vostra casa sommersa dai sassi e pensare che il tempo è scappato via così velocemente, così…
Per la prima volta in vita vostra vorreste davvero riavvolgere il nastro e fare scelte diverse.
“Non è tardi! Non è tardi!” vi dite. “Potete ancora fare tutto!”
Tutto, pensate poi, tutto cosa? Tutto che?
Cos’è che sognate? Cos’è che vorreste avere? Qual è il vostro sogno?

Qual è?

Finché non ci sarà la risposta a questa domanda, ve ne starete lì a guardare i sassi che rotolano su quel che resta della vostra casa.
Inutile dire che ne uscirete svuotati, inermi, impoveriti. Niente di quel che vi accade o vi riguarda avrà più senso. Non saprete più darglielo. Qualsiasi sassolino che scende darà una ferita in più che non vi prenderete nemmeno la briga di leccarvi o farvi medicare.

Vi aggrappate a quell’angolo di voi che ancora cerca di liberare il campo dai detriti, tenace, fiducioso, ma sempre più esile. Per quanto ancora rimarrà lì a sostenervi?
Avrà più senso quello che vi dicono i vostri amici? Ne avete, di amici, ma riuscirete davvero a capire il loro punto di vista? O ormai è una cosa che travalica le loro possibilità? Ormai è una cosa vorace che vi sta consumando e solo voi potete farci qualcosa? O vi state immaginando tutto? E’ ora che non siete lucidi o prima, mentre eravate convinti di aver costruito una casa e di averlo fatto bene? Dove sta la verità? chi ha ragione, dentro di voi? A cosa dovete dare ascolto?

E dire che si risolverebbe tutto rispondendo alla domanda “COSA VUOI DAVVERO?”.
Tutto sarebbe semplicissimo, allora. Potreste ricostruire la vostra casa. Inseguire il sogno giusto.
O forse no.
Forse ormai non ha importanza, perché non ci credete più. In voi stessi, nella vostra buona stella, nelle vostre possibilità, negli altri, nel mondo.

Non sapete dove, come e in che termini, ma sicuramente qualcosa in voi non va.
E ormai non sapete più da che parte farvi per porvi rimedio.

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